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La Pandemia dell'amor perduto

È un mercoledì o forse un giovedì di fine Marzo.

È stato soleggiato come a primavera tutto il giorno a Londra.

Nelle strade di Swiss Cottage si sentono solo il fruscio degli alberi, il cinguettio degli uccelli che a stormi si aggrappano sopra l’unico albero nel front yard.

Qualche sporadico camioncino passa ancora per le strade.

Da due giorni ormai il Primo Ministro Boris Johnson ha proibito a tutti di uscire di casa se non per lavoro (se il tuo lavoro è necessario), comprare alimentari, fare una corsetta una singola volta al giorno nel tuo vicinato.

Noi ormai sono settimane che facciamo questa vita.

Abbiamo seguito tutti i telegiornali dall’Italia, quella nostra casa lontana alla quale non possiamo tornare e che sofferente piange i propri morti con dignità.

Il Presidente Conte sembra proprio uno di quegli eroi dei film della tv, ammirato per la compostezza. La politica è svanita e l'unica campagna è quella del trasporto delle bare.

Dicono che siamo in guerra con un nemico invisibile.

Ho incontrato altri nemici invisibili nella mia vita: me stessa, le mie paure, il mio passato, le mie debolezze neurologiche ma mai avevo condiviso un nemico invisibile con gli altri.

Io e Lui siamo insieme a Londra, per puro caso.

Sono anni che trasciniamo la nostra relazione d’amore, nata da un’avventura romana incosciente. C’è qualcosa fra di noi, ma non capisco più cosa.

Amicizia, compassione, tenerezza o Vero Amore?

Litighiamo sempre e sempre più spesso non ci sopportiamo.

Mi trovo stasera a piangere nel letto della camera degli ospiti e con sconforto mi chiedo come siamo finiti a vivere in quest' appartamento a due passi da Regent’s Park e a sentirci a chilometri di distanza l’uno dall’altro pur essendo nella stessa casa.

Lui ne ha combinate tante ed io sono convinta sia colpa mia. Che storia assurda.

È una storia infinita nella quale ci ritroviamo sempre, non so se per abitudine, per paura della solitudine o per Vero Amore. Non l'ho mai capito.

So che provo tantissime cose tutte insieme.

Dopo più di quindici giorni ci siamo addirittura assuefatti ai litigi, non litighiamo più.

Ci svegliamo tardi, prendiamo un caffe, ci giriamo tutti gli angoli della casa per trovare uno spazio nuovo, uno che magari per distrazione non abbiamo osservato, guardiamo film, registriamo canzoni e pezzi recitati.

Comunque noi non siamo più gli stessi. Non vedo futuro. Non c’é futuro.

È tutto una grande pagina bianca. Una pagina bianca per me. Una pagina bianca per tutti.

Potremmo piangere qualcuno che se ne va, potremmo affrontare mancanza di cibo, di denaro. Potremmo non avere più niente nel giro di pochissimo.

Il vuoto é l'unica cosa che in questo momento posso visualizzare.

Il vuoto di un pagina bianca nella pandemia del mio amor perduto.

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